Articolo pubblicato per Fortune Italia
Sintesi
- L’Italia è un paese spesso allergico ai dati e i numeri entrano nel discorso pubblico troppo raramente.
- Portare un approccio basato sui dati all’interno della discussione può aiutare l’opinione pubblica e i decisori pubblici a fare scelte migliori.
- Il rigore metodologico e le chiavi interpretative che la scienza economica fornisce sono fondamentali per interpretare i dati e metterli al servizio di chi deve prendere delle decisioni.
Quanto spesso guardando un talk show ci sembra che il confronto sia basato non sui dati ma solo sulle opinioni personali senza che ci sia mai un punto fermo? E quante volte ci sembra che la politica non si preoccupi di capire se le cose fatte ha fatto hanno funzionato davvero oppure se vanno aggiustate ?
L’Italia è un Paese spesso allergico ai dati: i numeri entrano nel discorso pubblico troppo raramente e quando lo fanno non è mai chiaro se si tratti di numeri affidabili o meno. Se invece ci fossero più ragionamenti basati sui dati e più valutazione degli effetti delle politiche pubbliche, l’Italia ne beneficerebbe. E i giovani più di tutti visto che sono quelli che più hanno da perdere da politiche pubbliche scritte o attuate male. Quelli che più soffrono le conseguenze di un dibattito confuso e non basato su dati di fatto.
È con questa convinzione che nel 2015 abbiamo fondato Tortuga, il primo think-tank italiano di under30, ricercatori, giovani professionisti e studenti del mondo dell’economia e delle scienze sociali. Tortuga è una no-profit, a metà tra un collettivo e un centro studi indipendente, non finanziato da alcun partito o realtà terza, che coinvolge oltre 50 soci in Italia e nel mondo.
Da oltre 7 anni il nostro obiettivo è quello di contribuire al dibattito pubblico e alle decisioni pubbliche con un pezzetto della nostra esperienza di giovani economisti. E il primo strumento che uno studente o una studentessa di economia impara a conoscere e gestire è proprio quello dei dati.
Siamo convinti che portare questo tipo di approccio all’interno della discussione possa davvero aiutare l’opinione pubblica e i decisori pubblici a fare scelte migliori. Ma questo può succedere solo se i dati vengono utilizzati con la giusta competenza e la giusta esperienza. Si dice che, a forza di torturali, i dati possano dire qualsiasi cosa. Ed è vero. Per questo il dato da solo non basta. Serve qualcuno ad interpretarlo, a leggerlo, a metterlo in prospettiva. E serve che poi la politica sappia farne un uso attento, fondando le proprie scelte (che rimangono prettamente politiche) su dati oggettivi.
Da studenti e giovani ricercatori in economia crediamo che il rigore metodologico e le chiavi interpretative che la scienza economica fornisce siano fondamentali per interpretare i dati e metterli al servizio di chi deve prendere delle decisioni.
Pensiamo tutto questo perché crediamo nel valore della competenza, non nell’arrivismo. Crediamo nel valore dello studio, non nell’improvvisazione. E crediamo nel valore del confronto serrato ma basato sui dati di fatto, non nella caos confusionaria e rumoroso. Perché alla fine nella confusione della politica i forti e gli avvantaggiati si salvano sempre: chi non si salva sono i più deboli e chi avrebbe più bisogno di attenzione da parte delle istituzioni. E come noi siamo convinti la pensino così anche tanti altri giovani italiani.
Contributo a cura di Francesco Armillei – Classe 1996, attualmente vice-presidente del think-tank Tortuga, di cui è stato presidente tra il 2019 e il 2020. Di professione ricercatore in economia con borsa di dottorato presso l’Università Bocconi. I suoi interessi riguardano principalmente l’economia del lavoro e l’economia delle finanze pubbliche.