Articolo scritto per l’Huffingtonpost

“Ad ogni generazione la sua Costituzione”, questa la massima del filosofo francese Condorcet. E a lui fa eco la Costituzione rivoluzionaria francese del 1793, che all’articolo 28 recita:

“Un popolo ha sempre il diritto di rivedere, riformare e cambiare la propria Costituzione. Una generazione non può assoggettare alle sue leggi generazioni future”.

Perché incatenare le regole fondamentali del gioco democratico di un Paese alla situazione contingente di un determinato momento storico e alle esigenze di una singola generazione rischia di creare rigidità e malfunzionamenti nel sistema nel corso del tempo.

Questo è lo spirito che anima l’iniziativa Figli Costituenti, una proposta di legge di iniziativa popolare lanciata da +Europa e co-promossa da Tortuga per aggiornare gli articoli 2 e 9 della Costituzione, in modo da renderla più a misura di giovani. Una riforma quanto mai urgente.

Negli ultimi anni, in Italia abbiamo sempre pensato che la prima parte della Carta fosse perfetta così come è e che i padri costituenti avessero scritto tutto quello che si poteva scrivere: le grandi riforme proposte da varie forze politiche (molte delle quali poi naufragate) andavano infatti a modificare la seconda parte della Costituzione.

Eppure, oggi è quanto mai necessario intervenire anche sui principi fondamentali. E non perché i membri dell’Assemblea costituente fossero in malafede. Ma perché la Costituzione del 1948 è stata pensata, scritta e attuata in un contesto socioeconomico assai diverso da quello in cui viviamo oggi.

Per avere un’idea di ciò bastano alcuni semplici dati ma assai significativi: nel 1948 la spesa pubblica rappresentava meno del 30% del Pil, oggi invece è arrivata a poco più del 50%. Inoltre, nel 1948 il rapporto debito/Pil era pari al 44%, un terzo del rapporto attuale.

E non erano solo le condizioni delle finanze pubbliche a essere radicalmente diverse da quelle di oggi. Anche la fotografia della situazione demografica era profondamente differente: al censimento generale della popolazione del 1951 furono contati, su un totale di 47,5 milioni di residenti, 3,9 milioni di over 65 a fronte di 20,5 milioni di under 25, un rapporto di circa 5 a 1.

Oggi, invece, gli over 65 sono schizzati a 13,6 milioni e gli under 25 sono crollati a 14 milioni, in un preoccupante rapporto quasi di 1 a 1. E, visti i tassi di natalità e di mortalità di questi anni, tale rapporto è destinato a peggiorare ulteriormente nel prossimo futuro, mettendo a rischio la sostenibilità del welfare state che abbiamo costruito nel ’900: una barca su cui tutti siamo a bordo, giovani e non giovani, e che rischia di affondare se non remiamo insieme.

Dalla metà dello scorso secolo a oggi anche la relazione tra noi e l’ambiente che ci circonda è mutato: nel 1956 il consumo di suolo nel nostro Paese ammontava ad appena il 2,8%, circa 170 metri quadri pro-capite. Nel 2010 questa percentuale è più che triplicata: 6,9%, corrispondente a circa 343 metri quadri pro-capite. L’esplosione delle emissioni di CO2, problema a cui in Europa siamo riusciti a mettere un freno per fortuna, è materia di comune dibattito negli ultimi mesi.

Alla luce di questi numeri si può intuire il senso di aggiornare la Costituzione, perno della natura e dell’agire delle istituzioni della nostra Repubblica. L’iniziativa Figli Costituenti propone di aggiornare gli articoli 2 e 9 come segue:

Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale anche nei confronti delle generazioni future. Promuove le condizioni per uno sviluppo sostenibile.

Art. 9. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Riconosce e garantisce la tutela dell’ambiente come diritto fondamentale.

Solidarietà nei confronti delle generazioni future, sviluppo economico sostenibile, tutela dell’ambiente come diritto fondamentale: questi sono quindi gli obiettivi dell’intervento, con l’auspicio che il loro inserimento in Costituzione possa influenzare e plasmare l’intera attività legislativa e giudiziaria del Paese e, di lì, anche i comportamenti di tutti gli attori privati.

Affinché questo progetto si tramuti in realtà è ora in corso la raccolta firme: entro il 6 ottobre è necessario che 50mila cittadini sottoscrivano la proposta per portala all’esame del Parlamento. Qui è possibile consultare l’elenco dei punti di raccolta delle firme.

Ancora più importante è che intorno a essa si generi un dibattito pubblico, informato e nel merito. Tortuga sostiene con entusiasmo questa iniziativa: come studenti universitari in cammino verso un futuro incerto, siamo convinti che possa rappresentare un piccolo ma significativo passo in avanti verso un’Italia più giusta e inclusiva, un’Italia più a misura di giovani.

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